La quinta ragione è il sovrallenamento. Allenarsi frequentemente senza riposo affatica il sistema nervoso e le ghiandole surrenali. I sintomi includono perdita di forza, irritabilità, diminuzione dell’appetito e scarsa qualità del sonno. A volte la soluzione migliore è prendersi 3-7 giorni di riposo o ridurre il volume del 50%.
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La sesta ragione è ignorare le aree deboli. Se un gruppo muscolare è in ritardo (ad esempio, i deltoidi o i polpacci), questo limita i progressi negli esercizi di base. Lavorare regolarmente sulle aree in ritardo attraverso esercizi di isolamento aiuta a bilanciare il corpo e a migliorare i risultati complessivi.
Settimo: stress e burnout emotivo. Lo stato psicologico ha un impatto diretto sulla fisiologia. Lo stress cronico sopprime i processi anabolici. A volte vale la pena rivalutare i propri obiettivi, prendersi una pausa o aggiungere pratiche di rilassamento alla propria routine: meditazione, camminata o hobby.
Vale anche la pena controllare i livelli ormonali (in particolare testosterone e vitamina D) se i periodi di stallo durano più di tre mesi in condizioni ideali. Tuttavia, nel 90% dei casi, il problema può essere risolto modificando l’allenamento, la dieta e lo stile di vita.
In conclusione, un periodo di stallo non è una condanna a morte, ma un segnale di auto-riflessione. Invece di spingersi oltre, a volte è necessario fare un passo indietro per capire cosa ostacola i propri progressi. Un approccio consapevole trionfa sempre sulla cieca perseveranza.