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Nutrizione

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La disidratazione è spesso associata a fame costante, debolezza e irritabilità. Ma questo non è necessario. Con la dieta giusta, ci si può sentire sazi, energici e motivati ​​anche in caso di deficit calorico. Il segreto sta nella scelta degli alimenti, nella struttura dei pasti e in un approccio equilibrato.

Il primo principio è massimizzare il volume riducendo al minimo le calorie. Le verdure (cavolo, cetrioli, spinaci, broccoli) sono povere di calorie ma ricche di acqua, fibre e volume. Riempiono lo stomaco, rallentano la digestione e abbassano la risposta glicemica. Fate in modo che le verdure siano la base di ogni pasto.

Il secondo è l’alto contenuto proteico. Come accennato in precedenza, le proteine ​​sono il macronutriente più saziante. Includetele in ogni pasto: uova a colazione, pollo a pranzo, ricotta a cena. Questo riduce il desiderio di spuntini e preserva la massa muscolare.

Il terzo è la fibra. Le fibre solubili (avena, mele, semi di chia) formano un gel nell’intestino, rallentando lo svuotamento gastrico. Le fibre insolubili (cereali integrali, verdure) aumentano la massa. 25-35 g di fibre al giorno sono l’intervallo ideale per la sazietà e la salute intestinale.

Quarto, usa i grassi con saggezza. I grassi aumentano il sapore e il senso di sazietà, ma sono ricchi di calorie. Aggiungili con parsimonia: 1 cucchiaino di olio d’oliva, una manciata di noci o un avocado. È meglio includerli nei pasti principali piuttosto che negli spuntini.

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Scegliere le fonti proteiche è una delle decisioni più importanti quando si pianifica una dieta fitness. Non tutte le proteine ​​sono uguali: variano per velocità di assorbimento, profilo aminoacidico, contenuto di grassi e contenuto di micronutrienti. Comprendere queste differenze ti permette di ottimizzare la tua dieta in base ai tuoi obiettivi: crescita, definizione, recupero o stile di vita vegetariano.

Tra le fonti animali, le uova sono al primo posto, con un valore biologico di 100. Gli albumi contengono un equilibrio ideale di aminoacidi e sono quasi completamente digeribili. Petto di pollo, tacchino e manzo magro sono ottime opzioni a basso contenuto di grassi. Il pesce (salmone, tonno, merluzzo) fornisce non solo proteine, ma anche omega-3, che riducono l’infiammazione.

I latticini sono unici. La ricotta e lo yogurt greco sono ricchi di caseina, una proteina a lenta digestione ideale per andare a dormire. Il siero del latte (nel latte e negli integratori) è una proteina a rapida digestione, perfetta per il post-allenamento. Kefir e yogurt con probiotici migliorano l’assorbimento dei nutrienti.

Per vegani e vegetariani, combinarli è fondamentale. I legumi (lenticchie, fagioli, ceci) sono ricchi di lisina ma poveri di metionina. I cereali (grano saraceno, quinoa, avena) sono l’opposto. Insieme, formano una proteina completa. Tempeh, tofu e seitan sono fonti concentrate ad alta digeribilità.

Gli integratori proteici non sono sostitutivi del pasto, ma integratori. L’isolato di siero del latte è puro, rapido e quasi privo di lattosio. Il concentrato di siero del latte è più economico e contiene pochi grassi e carboidrati. La caseina è a rilascio prolungato. Le proteine ​​vegetali (piselli, riso, canapa) sono adatte a chi soffre di allergie e ai vegani, ma spesso richiedono una miscelazione per ottenere un profilo aminoacidico completo.

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Le calorie sono la valuta dell’energia e comprenderne l’equilibrio è alla base di qualsiasi cambiamento nella composizione corporea. Vuoi aumentare la massa muscolare? Un surplus. Bruciare i grassi? Un deficit. Ma contare semplicemente “dentro/fuori” è solo l’inizio. Una gestione efficace delle calorie richiede precisione, flessibilità e consapevolezza.

Il primo passo è determinare il tuo livello di mantenimento. Questo è il numero di calorie a cui il tuo peso rimane stabile. Può essere stimato utilizzando formule (come Mifflin-St. Jeor), ma un approccio più accurato è monitorare l’assunzione per 7-10 giorni: pesati ogni giorno, calcola la media del tuo peso e controlla quanto hai mangiato durante questo periodo di stabilità.

In secondo luogo, stabilisci un obiettivo. Per l’aumento di massa, aumenta di 200-500 kcal/giorno. Per la definizione, diminuisci di 300-500 kcal/giorno. Evita deviazioni estreme, poiché portano rispettivamente ad aumento di grasso o perdita di massa muscolare.

In terzo luogo, tieni un registro veritiero. Molte persone sottostimano il proprio apporto calorico del 20-30%: olio in padella, frutta secca avanzata e salse. Usate una bilancia da cucina: anche le persone più esperte possono sbagliarsi con la vista. Le app per il conteggio delle calorie sono comode, ma ricontrollate i dati: spesso contengono errori di database.

In quarto luogo, non dimenticate i macronutrienti. 2.000 kcal da dolciumi e 2.000 kcal da cibi integrali produrranno risultati diversi. Proteine, grassi e carboidrati influenzano gli ormoni, la sazietà e il recupero. Distribuiteli consapevolmente: ad esempio, 30% proteine, 30% grassi, 40% carboidrati è un punto di partenza flessibile.

In quinto luogo, considerate il NEAT (non-exercise energy spending). Si tratta delle calorie bruciate al di fuori dell’attività fisica: camminare, gesticolare e lavorare. Il NEAT può variare di 2.000 kcal al giorno! Quando si è in deficit, le persone spesso si “bloccano” e perdono meno grasso. Muoviti di più consapevolmente: scale, passeggiate, stare in piedi al lavoro.

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Definire non significa solo perdere peso, ma ridurre intenzionalmente la percentuale di grasso corporeo massimizzando al contempo la conservazione della massa muscolare. Molte persone credono erroneamente che “mangiare meno e allenarsi di più” sia sufficiente, ma questo approccio spesso porta a una perdita di forza, un metabolismo più lento e un aumento di peso. Per definire con successo è necessaria una strategia.

Il primo principio è un deficit calorico moderato. L’intervallo ottimale è di 300-500 kcal al di sotto del livello di mantenimento. Un deficit più profondo (oltre 700 kcal) aumenta il rischio di catabolismo muscolare, riduce i livelli di testosterone e causa una perdita di forza. È meglio perdere lo 0,5-1% del peso corporeo a settimana, lentamente ma costantemente.

Il secondo principio è un elevato apporto proteico. Durante il cutting, si raccomandano 2,2-2,6 g di proteine ​​per chilogrammo. Questo crea una “difesa anabolica”, segnalando al corpo: “Abbiamo bisogno di muscoli, scomponiamo il grasso”. Le proteine ​​compensano anche la riduzione calorica aumentando il senso di sazietà.

Terzo, continua l’allenamento di forza. Non passare a “giorni di cardio leggero”. Continua a lavorare con pesi elevati (70-85% di 1RM), concentrandoti sulla progressione nella tecnica o nelle ripetizioni. Una riduzione del volume è accettabile, ma non dell’intensità.

Quarto, controlla carboidrati e grassi. È meglio riservare i carboidrati ai giorni di allenamento: reintegrano il glicogeno e mantengono l’intensità. I ​​grassi non dovrebbero scendere sotto gli 0,8 g/kg, altrimenti l’equilibrio ormonale ne risentirà. L’equilibrio è più importante dell’eliminazione radicale dei macronutrienti.

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Le proteine ​​hanno da tempo smesso di essere semplicemente un “elemento costitutivo”: oggi sono considerate un macronutriente chiave per chi desidera modificare la composizione corporea, preservare la massa muscolare durante la perdita di peso o accelerare il recupero dopo l’allenamento. Una dieta iperproteica non è una moda passeggera, ma una strategia supportata da decine di studi sulla nutrizione sportiva e sul metabolismo.

La funzione principale delle proteine ​​nel contesto del fitness è supportare la sintesi proteica muscolare (MPS). Dopo l’allenamento di forza, il corpo entra in una finestra anabolica, in cui gli amminoacidi vengono utilizzati in modo particolarmente efficace per la riparazione e la crescita delle fibre muscolari. Senza un apporto proteico sufficiente, questo processo rallenta e i progressi si bloccano.

L’assunzione raccomandata per gli individui attivi è di 1,6-2,2 g di proteine ​​per chilogrammo al giorno. Durante la definizione o in età avanzata, è preferibile il limite massimo, poiché le proteine ​​aiutano a mantenere la massa muscolare nonostante un deficit calorico o una resistenza anabolica legata all’età.

Non solo la quantità, ma anche la qualità e la distribuzione sono importanti. Le proteine ​​animali (uova, pesce, carne, latticini) contengono un profilo completo di aminoacidi essenziali, in particolare la leucina, il principale fattore scatenante della MPS. I vegani dovrebbero combinare le fonti proteiche (legumi e cereali) o utilizzare integratori fortificati.

L’ideale sarebbe distribuire le proteine ​​uniformemente durante la giornata: quattro pasti da 30-40 g ciascuno. Questo crea ripetuti picchi di sintesi proteica muscolare, più efficaci di un singolo pasto abbondante. I pasti post-allenamento e prima di coricarsi sono particolarmente importanti: questi ultimi stimolano l’anabolismo notturno.

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